L’industria musicale oggi, tra lo streaming e il ritorno del vinile
Tutto cambia e si evolve velocemente, anche nel settore musicale. Dopo anni di crisi, il fatturato globale dell’industria discografica è in crescita, perciò è interessante avere una panoramica esaustiva della situazione osservando l’infografica di Recovery Data, intitolata “Apri bene le orecchie!”.
Questa infografica mostra le percentuali di crescita dei ricavi del mercato musicale, i mutamenti nella fruizione della musica e le statistiche sui servizi di streaming, responsabili dell’aumento degli introiti delle etichette discografiche.
Cos’è cambiato nel modo di ascoltare la musica
Oggi un numero sempre maggiore di persone utilizza lo streaming video (75%, principalmente su YouTube) anche per ascoltare canzoni, lo streaming audio (45%, però solo il 27% a pagamento), la radio (l’87% delle persone), i supporti fisici (il 44% acquista cd e vinili); lo fa spesso in auto (il 66%), ma anche in casa (63%).
Lo streaming è cresciuto moltissimo anche in Italia: il 65,53% solo nel 2017, mentre lo smartphone è diventato il device per eccellenza per ascoltare le proprie canzoni preferite nella fascia di età 16-24 anni: il 91% delle persone comprese in questo segmento, infatti, usa principalmente lo smartphone per sentire musica.
Riguardo i ricavi, il totale ammonta a circa 15 miliardi di euro di fatturato, in crescita per il terzo anno consecutivo. I trend più positivi si registrano in America Latina (+17,7%), Usa (+12,8%), Asia e Australia (+5,4%), ed Europa (+4,3%).
Le persone che pagano un abbonamento a un servizio di streaming (come Spotify o Apple Music, per citare alcuni tra i più popolari) sono 176 milioni, tuttavia una persona su 4 dichiara di non voler pagare una piattaforma di streaming perché può usare YouTube gratuitamente.
Questo dato è verosimilmente destinato a cambiare, poiché nel servizio gratuito sono sempre più presenti le inserzioni pubblicitarie e perché è stato lanciato il servizio a pagamento YouTube Music Premium, che consente ascolti illimitati di video, tracce audio e altro, ideale per chi vuole attingere ad un immenso database di canzoni.
Le preferenze dei generi musicali non sono sorprendenti, tutto sommato, poiché la maggioranza degli utenti dichiara di preferire il pop (64%), seguito dal rock (57%), elettronica (32%), colonne sonore (30%) e hip-hop (26%), un insieme che rappresenta le differenze fra le varie generazioni di ascoltatori.
Qui un’interessante infografica realizzata da Recovery Data proprio su questi trend:
Il ritorno del vinile, un supporto che era stato dato per spacciato negli anni ’90, a fianco del boom dello streaming, sempre più diffuso grazie alle app e alle piattaforme che offrono un catalogo molto ampio di artisti, decretano l’ottimo stato di salute dell’industria della musica, con un riuscito equilibrio fra abitudini “antiche” (l’acquisto del supporto fisico) e nuove modalità di fruizione (la possibilità di ascoltare musica ovunque senza dover possedere nemmeno un album).